SUI SENTIERI DEL JIHAD

A Gaza scavalcai le macerie di un edificio bombardato per fotografare una donna anziana, vestita di nero, intenta a diliscare dei minuscoli pesci in un catino di alluminio. Alle sue spalle un nugolo di bambini razzolava sul pavimento di una stanza piena di materassi e montagne di biancheria. Da un lato, appoggiato su una seggiola, c’era il ritratto incorniciato di un ragazzo sorridente, con un accenno di barba sulle guance. «Mio figlio» proclamò con orgoglio. «Siamo fortunati ad avere un martire in famiglia. Alla fine del Ramadhan abbiamo ricevuto 2.000 dollari».

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