Giovanni Porzio – da Port-au-Prince (17.04.08)
Il pick up di padre Rick affonda nel fango delle pozzanghere di Cité Soleil, sterminato formicaio di baracche di lamiera cresciute su un letto di immondizia e di fogne a cielo aperto. Andiamo a ritirare le croci, fabbricate da una cooperativa di ex rapinatori e stupratori trasformati dal sacerdote passionista in artigiani della pietà. Croci bianche e verdi, di latta, senza nome, da piantare sulla collina dove si scavano ogni settimana le fosse comuni per i bambini di Port-au-Prince. Uno su tre muore prima dei 5 anni di diarrea, polmonite, tubercolosi, malaria, denutrizione, aids.
Padre Rick se li va a prendere alla morgue del fatiscente ospedale pediatrico di Haiti: li benedice, li adagia nelle bare di “papier maché” costruite da un’altra cooperativa di ragazzi emarginati, li carica su un camion e li accompagna al cimitero. Cinquecento, seicento al mese. I più piccoli insieme, nella stessa cassa: pur di dare un briciolo di dignità alle vittime dell’abominevole povertà di quest’isola dove il reddito medio è un dollaro al giorno e dove nei giorni scorsi i caschi blu delle Nazioni Unite hanno sparato su una folla affamata che chiedeva pane e lavoro, uccidendo cinque dimostranti.
Sostenendo i progetti di padre Rick, al secolo Richard Frechette, il medico e prete di frontiera americano che guida l’associazione per l’infanzia “Nuestros Pequeños Hermanos” creata nel ‘54 da padre William Wasson, scomparso nel 2006, la Fondazione Francesca Rava (www.nphitalia.org) ha scelto di operare su uno dei fronti umanitari più caldi del pianeta. Nata nel 2000, l’onlus milanese presieduta da Mariavittoria Rava ha saputo coniugare gli ideali del volontariato a una concretezza manageriale che si traduce in rapidità ed efficacia di intervento. Non a caso tra i suoi sponsor ci sono imprenditori come Antonio Marcegaglia, amministratore delegato dell’omomimo Gruppo, Giovanni Lega, presidente dell’Associazione studi legali associati, Marco Galateri di Genola, amministratore delegato di Desmet Ballestra, Ennio Doris, chief executive di Mediolanum.
Ad Haiti padre Rick e la Fondazione Rava danno sepoltura ai diseredati, ma si occupano soprattutto dei vivi. Dei 600 piccoli dell’orfanotrofio di Kenscoff, delle 17 scuole di strada con 3 mila scolari sottratti alla droga e alla prostituzione, delle cliniche mobili e della distribuzione di acqua negli slum, del primo centro di riabilitazione per bimbi handicappati (per loro Andrea Bocelli canterà il 13 maggio al teatro delle Muse di Ancona) e del nuovo ospedale Saint Damien: struttura d’eccellenza realizzata a tempo di record che potrà salvare ogni anno 40 mila bambini. “Se siamo riusciti a contenere l’epidemia di aids che fa strage nei paesi del quarto mondo” dicono al ministero della Salute “lo dobbiamo a questo tipo di interventi”.
Un altro ambizioso progetto è già stato avviato: la “città dei mestieri” di Francisville, che avrà fabbriche di sapone e di scarpe, panifici, officine meccaniche, scuole professionali, campi sportivi. Oggi la sfida, nel primo paese delle Americhe che nel 1804 abolì la schiavitù, è abolire la schiavitù della miseria.